Transizione ecologica e decarbonizzazione della società

Il giorno 14 settembre 2024 si è svolta la formazione di Attilio Piattelli, in località Molina Aterno.  Il pubblico era composto, oltre che dai ragazzi e dalle ragazze Neo, dai membri della giunta comunale, da residenti locali e da altri uditori di vario genere, accorsi per ascoltare la lezione e dibattere sull’importante questione dell’approvvigionamento energetico e della decarbonizzazione della società entro i prossimi 25 anni, mettendo in luce i punti di forza delle fonti di energia rinnovabile.

In primo luogo, in questo articolo si farà un breve riassunto degli argomenti trattati in sede di formazione, quindi si trarranno delle conclusioni complessive si riporterà l’impatto avuto dalla formazione e dal successivo dibattito sui partecipanti.

L’energia, concetto denso, complesso e attraversato da dinamiche di potere, svolge un ruolo fondamentale nella storia dell’umanità, soprattutto al presente. Infatti, se in passato si impiegava l’energia animale e ne era chiara la provenienza, oggi ci basta premere un interruttore senza chiederci da dove l’energia provenga. Da questo fatto emerge come l’energia e il consumo oggi siano beni invisibili, per quanto importantissimi. Rispetto al passato, la quantità di energia oggi consumata è molto superiore rispetto al lavoro animale (cavalli, asini, buoi, ecc.), fonte energetica principale nel passato. Nel corso della formazione, infatti, Piattelli ha addotto ad un significativo esempio: oggi una persona può produrre 50 watt all’ora, quindi 400 watt in un giorno. Vale a dire che il quantitativo prodotto ammonta al lavoro di 175 persone. Il consumo giornaliero di una persona comune nella nostra epoca è superiore alla disponibilità di un faraone dell’Antico Egitto, come ha affermato e dimostrato Piattelli.

Nonostante gli indiscutibili aspetti positivi legati all’energia nel corso della storia dell’uomo e nonostante il loro esponenziale aumentato negli ultimi due secoli, che ha condotto ad una maggiore sicurezza, agiatezza e comodità, in una parola ad un sostanziale benessere, vi sono anche degli aspetti negativi insiti nel progresso inteso nell’accezione capitalistica, prettamente occidentale. Tali aspetti sono costituiti dal cambiamento climatico, dall’acidificazione degli oceani e dalla riduzione della fascia di ozono atmosferico. Per quanto concerne i cambiamenti climatici, il problema è costituito non tanto dalla variazione del clima e delle temperature, poiché sono sempre avvenuti, quanto dalla natura drastica e repentina dei cambiamenti in corso, in quanto se nel passato avvenivano in migliaia di anni, oggi si svolgono in pochi decenni. Dovuto all’aumento delle temperature è l’innalzamento dei mari e degli oceani che, come è stato rilevato, aumenta ogni anno di qualche centimetro. Precisamente, se fino a pochi anni fa la cifra ammontava a 0,2, oggi ammonta a più del doppio; nel 2100, se questo aumento non subirà variazioni dovute ad altri fattori, vi sarà mezzo metro di mari e oceani in più a livello globale. Per questo motivo, 3 miliardi di persone saranno costrette a emigrare dal Sud al Nord del mondo, e ciò porterà a delle gravi conseguenze in quanto vi sarà un drastico e massiccio aumento dei migranti, difficile da prevedere e gestire in maniera adeguata. È opportuno far presente come l’opinione pubblica e, spesso, la politica, ignorino deliberatamente i rischi potenziali sopra illustrati, perché scomodi da fronteggiare. Le cause principali di questi drastici cambiamenti sono l’introduzione di carbonio aggiuntivo sotto forma di CO2 e il consumo di combustibili fossili, con effetti nocivi sulla salute come problemi respiratori e di altro tipo, nonché sul pianeta stesso, in quanto, come si è visto, si sta verificando un surriscaldamento globale del pianeta. Vista la gravità della situazione, emerge la necessità di decarbonizzare della società, che costituisce uno degli atti fondamentali che possono condurre alla transizione ecologica. Se, infatti, nel passato gran parte del progresso è stata consentita dal carbone (al centro della seconda rivoluzione industriale), oggi è necessario cambiare fonti di energia, scegliendone di sostenibili, riducendo le emissioni di CO2, attuando una transizione energetica. L’impiego di energia proveniente da fonti sostenibili (fotovoltaici, pale eoliche, ecc.) non porterebbe ad una risoluzione del problema, alla cessazione dell’inquinamento, ma ad una sua riduzione e, quindi, a una parziale risoluzione del problema.

La transizione da fonti fossili a fonti rinnovabili (tecnologie mature) conduce ad una maggiore efficienza energetica: è a questo proposito opportuno tenere presente come oggi il 65% dell’energia vada persa, elemento che consente di affermare l’inefficienza del sistema energetico attuale. Un miglioramento della situazione potrebbe essere arrecato dalla transizione energetica. Un esempio di fonte di energia rinnovabile è costituito dall’energia solare, che viene trattenuta, come è noto, dai pannelli fotovoltaici. Questa tecnologia ha avuto un notevole sviluppo negli ultimi 15 anni, a tal punto che presenta una resa energetica ben maggiore di prima e un costo assai inferiore: se 15 anni fa la potenza era 100 w e il costo 3500 euro al kilowatt, oggi la potenza è raddoppiata a 400 w e il costo ammonta a 150 euro al kilowatt. Leader mondiale della produzione dei fotovoltaici, così come delle auto elettriche, è la Cina. Tale primato è dovuto alle manovre di delocalizzazione occidentali dei decenni precedenti, che hanno spinto verso una produzione in terra cinese considerati i minori costi e una scarsa opinione di queste fonti di energia da parte dell’Occidente. Ad oggi, l’unica industria in Occidente che ha deciso di investire in questa tecnologia è stata Volkswagen, ma le cause di questa azione risalgono non tanto ad una presa di coscienza, quanto ad una questione economica, data dall’esponenziale calo delle vendite, a cui si è pensato di rimediare cambiando l’immagine dell’azienda investendo miliardi sulle auto elettriche. Questo esempio fa comprendere la difficoltà di investire in questo settore, e la netta superiorità della Cina per quanto concerne gli investimenti e i risultati. Nel corso della formazione, Piattelli ha smentito le statistiche per cui la Cina sarebbe il Paese maggiormente inquinato, ferme restando alcune gravissime criticità come le condizioni lavorative (per quanto in molti casi non siano ideali nemmeno in Occidente), l’impossibilità di ascendere socialmente visto il numero enorme di popolazione, e soprattutto la mancanza di democrazia.

In conclusione, ci si sente di affermare che partecipare a questa formazione è stato fondamentale nella misura in cui si è discusso su come modificare radicalmente il tipo di economia per ovviare al problema dell’inquinamento e dello smodato consumo di risorse e spreco di risorse, ragionando assieme sulle modalità di attuazione di un cambiamento radicale di paradigma, passando da un’economia lineare ad una di tipo circolare, dove si sa bene cosa produrre e come recuperarlo, sfruttando un quantitativo sempre minore di risorse naturali, e riutilizzandole. Ferma restando la necessità di politiche nazionali e internazionali che muovano in questo senso, è importante attuare un impegno quotidiano nei confronti del pianeta, dell’ambiente, della collettività, mantenendo una postura rispettosa dell’ambiente e del pianeta. Su scala più ampia, non vi è mai stato un piano regolatore per l’energia, così come faticano a emergere dei collettivi per il suo impiego: questo ha ostacolato una democratizzazione dell’energia, accentuando le disuguaglianze socioeconomiche e le asimmetrie prodottesi negli ultimi due secoli in seguito all’introduzione del carbone, del gas, del petrolio. Si ritiene opportuno esemplificare con un esempio costituito dalla comunità energetica di Gagliano Aterno. Senza pretesa di sviscerare l’argomento e di ricostruire la storia intera dell’esperimento in questa sede, si intende riportare l’impegno della comunità gaglianese e della giunta comunale, con l’appoggio dell’azienda Suncity, nel costruire una comunità energetica in questo piccolo centro, investendo su fonti di energia rinnovabili. Nel concreto si è proceduto con l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto dell’ex asilo di Gagliano, e presso la fonte di Librice. Si tratta di impianti da 19 e 25 kw, al 100% pubblici con partecipazione mista, con il Comune che fa da produttore e consumatore, e inoltre vi sono utenze domestiche di vario tipo, nonché attività produttive ed economiche. Si tratta quindi di un progetto pubblico e “dal basso”, che costituisce uno dei primi tentativi di sperimentare le comunità energetiche, facendo attenzione ad aspetti sociali, politici, culturali, passando da un sistema centralizzato ad uno decentralizzato. In questo modo si compie una svolta storica epocale, imperniata sul prendere potere sui territori partendo dalla comunità, la quale acquisisce collettivamente beni energetici estratti dalla natura in maniera sostenibile. Ciò consente un sistema di appropriazione del territorio e di costruzione della località, operazione fondamentale in un mondo globalizzato, atta a conservare dei punti di riferimento, in un’ottica glocale, che tenga conto sia degli aspetti locali che degli aspetti globali. È necessario che le istituzioni (prime tra tutte le giunte comunali) abbraccino le comunità energetiche, rendendo l’energia democratica e direttamente disponibile alla popolazione.


Nel corso del dibattito successivo alla formazione, si è discusso delle comunità energetiche e della svolta sostenibile, affrontando anche la tematica del nucleare, fonte energetica non distribuibile, quindi non democratizzabile, che presentando problemi di fissione e fusione, procedimenti che richiedono ingenti spese, può essere prodotta solo da grandi aziende. Inoltre, si è trattata la spinosa questione dell’impatto di pannelli fotovoltaici e pale eoliche sul paesaggio, poiché se Piattelli e altri partecipanti si sono dichiarati favorevoli a questa presenza, senza ritenerla compromettente della bellezza del paesaggio o comunque non considerandola perturbante, altri partecipanti hanno ritenuto essere questi impianti lesivi della bellezza del luogo, e difficili da smaltire. Ritengo opportuno, senza volontà di semplificare la questione, puntualizzare come i problemi di smaltimento siano comuni alle fonti di energia rinnovabili e non rinnovabili, per quanto vengano evidenziati solo a proposito delle fonti rinnovabili, per questioni legate al pregiudizio e all’errata percezione delle fonti rinnovabili e della svolta sostenibile.

Il dibattito scaturito dalla formazione è stato utile in quanto nella sua dimensione conflittuale ha evidenziato la centralità delle questioni trattate nel corso della lezione e in questo articolo per il futuro del pianeta e dell’umanità. Ciò che è stato lasciato ai partecipanti al progetto NEO è stata una panoramica sulla questione energetica, arrecando una maggiore informazione e sensibilità nei confronti del tema, importante al contempo a livello globale e locale. Tutto ciò è compatibile con uno dei fulcri del Pnrr, vale a dire la svolta green a livello europeo. Si tratta quindi di una formazione utile per affrontare le sfide dell’antropizzazione tra sostenibilità, innovazione e fragilità, toccando aspetti fondamentali e quotidiani come energia acqua, cibo, clima, territorio, che acquisiscono rilevanza centrale nella transizione ecologica, verso un’economia circolare e una democratizzazione e de-centralizzazione dell’energia che conduca ad una riappropriazione del territorio e di beni originariamente comuni.


Articolo scritto da Guglielmo Ficola, partecipante al Progetto NEO 2024

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