Innovazione con senso

Sulle rivoluzioni tecnologiche e sui processi di innovazione tra sviluppo e sostenibilità.

Raimondo Castellucci, direttore Generale di Hubruzzo e general manager di Bluhub, ha tenuto la sua formazione per il progetto NEO a Castelvecchio Subequo in data primo settembre 2024, in presenza dei ragazzi e delle ragazze NEO, delle figure legate al progetto e di alcuni abitanti del posto, oltre che di professionisti dell’USRC.

Il perno della sua lezione, che si intende analizzare in questa sede, consiste nella dicotomia/connubio tra innovazione e sostenibilità. Castellucci ha deciso di rappresentare i due termini “innovazione” e “sostenibilità” con due colori, nelle slides proiettate: blu (tecnologia) e verde (sostenibilità), creando una sinestesia tra il colore e il concetto, quasi una corrispondenza baudelariana. Castellucci ha significativamente collegato il concetto di tecnologia ad un cluster di parole: rinnovamento, cambiamento, novità, miglioramento. A sua volta, il concetto di sostenibilità è stato collegato ad un grappolo di termini: scopo, consapevolezza, coscienza, sensibilità. Obiettivo di questo articolo è compiere un discorso sullo sviluppo tenendo conto di principi etici e morali e della questione della sostenibilità, intesa come economica, sociale, istituzionale e ambientale, dalla quale le industrie e i processi di innovazione non potranno prescindere.

L’incontro dialettico tra tecnologia e sostenibilità si ricollega alla compenetrazione tra industrializzazione e Umanità, di antiche origini nella cultura occidentale. Nella storia dell’uomo, ogni rivoluzione industriale ha avuto forti implicazioni sociali, economiche, politiche. È opportuno specificare come con il termine “rivoluzione industriale” non si intendono solo le rivoluzioni industriali classicamente definite ma qualunque processo di cambiamenti tecnologici, economici, industriali, con ricaduta nella società e nella vita dell’uomo. La prima rivoluzione industriale, in questo senso, parte dal Neolitico (8000 a.C.), in cui l’uomo ha imparato a domesticare animali e piante. Importante anche l’età del bronzo (5000 a.C.) e l’età del ferro (1200-500 a.C.), in quanto in queste età l’uomo ha appreso appieno come impiegare gli oggetti e a modellare i materiali. Senza analizzare tutte le rivoluzioni nel corso della storia umana, e passando direttamente al quadro contemporaneo, oggi è in corso una rivoluzione di carattere informatico e microelettronico, i cui effetti nella vita - esteriore e interiore - dell’uomo sono tutt’ora da definire.

Nell’ambito della rivoluzione contemporanea, le sfide da affrontare al presente sono molteplici: invecchiamento della popolazione, crescita demografica, conflitti armati, consumi energetici, sostenibilità economica, società multietniche, crisi pandemiche, crisi geopolitiche, metropolizzazione del territorio, cambiamento climatico. Tra i vari esempi addotti, lampanti le crisi pandemiche (si pensi alla recentissima e drammatica pandemia del virus COVID 2019) e i conflitti armati (tra i vari conflitti in corso nel globo, centrale il conflitto russo ucraino e il conflitto israelo-palestinese). Tali sfide sono connesse alla repentina metamorfosi del mondo verificatasi nella contemporaneità, che chiama in causa il nostro modo di essere nel mondo. Non è possibile approfondire il concetto in questa sede, quindi si rimanda a due opere del fulgido sociologo Ulrich Beck, in cui l’argomento viene abilmente delineato e sviscerato (vedi BECK 2000, BECK 2017).

Nell’economia del discorso sul cambiamento assume rilevanza la teoria della Big Wave, che compara i cambiamenti esponenziali a delle onde. Si invita il lettore ad approfondire la complessa questione recuperando, ad esempio, il testo “L’onda perfetta. Cavalcare il cambiamento senza essere travolti” di Marco Magnani, per quanto concerne la letteratura italiana in proposito. In questa sede si effettuerà un conciso riassunto di questa metafora. Nella nostra era l’intervallo tra un’ondata e l’altra di cambiamento è sempre più breve. Quando ci imbattiamo nell’onda del cambiamento (simultaneamente storico, sociale, economico, tecnologico) abbiamo tre alternative: opporci, subirlo, oppure sposarlo. Dobbiamo quindi anticipare il cambiamento, prepararci e guidarlo. In questo momento, come un surfista, quando cavalchiamo l’onda del progresso dobbiamo evitare i rischi (rischi di isolamento, rischi di incomprensione, ecc.) e non farci orientare, nel creare valore, da parametri esclusivamente economici, ma servirci altresì di scelte etiche e consapevoli, mirate al mantenimento dell’equilibrio. Per quanto sia necessaria un’attenta ponderazione ed una lunga elucubrazione, le decisioni si prendono, in ogni caso, anche con il cuore e con l’anima, tenendo conto di valori fondanti quali collaborazione, intelligenza, gruppo e condivisione, e apprendimento life long, continuo, nel corso della vita. Nella sua spiegazione, Castellucci si è soffermato su tutti questi aspetti, scelta non percorribile in questa sede, ragione per cui si forniranno delle coordinate essenziali. Innanzitutto, all’interno del proprio gruppo è centrale la collaborazione, intesa come attuazione di uno sforzo coordinato tra tutti i partecipanti risolvendo il problema insieme. Inoltre, è d’uopo considerare sia l’identità di ciascuno, sia il “valore” (che non è negoziabile), e favorire l’inclusione di una compatibilità più diversificata, tenendo conto di questi due aspetti e cercando un equilibrio. Citando la “teoria dell’equilibrio di Nash, l’equilibrio, inteso come condizione della “teoria dei giochi” si raggiunge quando nessuno ha interesse a modificare in maniera unilaterale il comportamento, per cui per cambiare occorre agire insieme. Ad esempio, se abbiamo due imprese (A e B), queste non possono migliorare la loro situazione adottando una strategia diversa rispetto a quella iniziale, altrimenti otterrebbero un peggioramento. Si tratta di un equilibrio non cooperativo, in quanto non è il risultato dell’accordo tra le due parti A e B, ma è il frutto di strategie a cui ciascuno dei due agenti ha ricorso reputandole migliori per sé stesso, sebbene in fin dei conti l’adozione di queste strategie conduce ad un equilibrio.

Inoltre, nella collaborazione è importante la questione dell’intelligenza, mi riferisco nello specifico alle cinque intelligenze formulate da Howard Gardner, vale a dire l’intelligenza disciplinata, l’intelligenza sintetica, l’intelligenza creativa, l’intelligenza rispettosa, l’intelligenza etica (vedi GARDNER 2009). Nell’economia del nostro discorso, è certamente rilevante l’intelligenza etica, collegata all’operare altruistico per il destino comune, trascendendo l’interesse individuale, accanto all’intelligenza rispettosa, vale a dire quell’intelligenza che si sintonizza naturalmente con la lunghezza d’onda del pensiero di chi sta intorno, e che favorisce la creazione di ambienti rispettosi e sani se applicata dalle classi dirigenti. Ritengo opportuno soffermarmi anche sull’intelligenza creativa, che consente di porre domande che si collocano all’infuori degli orizzonti già definiti, del paradigma tradizionale, aprendo al nuovo e de facto innovando.

Per lavorare in gruppo e per effettuare le scelte giuste prendendo decisioni ben calibrate assume grande rilevanza porsi in una condizione di apprendimento continuo, mettendosi nella disposizione di studiare tutta la vita integrando conoscenze umanistiche e scientifiche, adattandosi a nuovi ambienti dimostrando duttilità e buone capacità di collaborazione e ascolto attivo.

Tutti questi elementi sono imprescindibili per compiere una innovazione che sia al contempo rispettosa, inclusiva, etica e sostenibile. Nella formazione di Castellucci si è sottolineata l’urgenza di innovare in maniera consapevole e con uno scopo, creando valore e generando un impatto positivo, ambendo ad una crescita sostenibile. Castellucci ha affrontato l’argomento Innovazione in merito alla situazione italiana, fornendoci dei dati per comprendere un quadro complesso e sfaccettato. L’Italia, per quanto sia l’ottava potenza economica mondiale, non è tra i primi dieci paesi che investono in StartUp, recando grossi limiti soprattutto nell’ambito delle StartUp giovanili, dovuti alla mancanza di investimenti e all’assenza di una vocazione imprenditoriale nel settore e alla mancanza di solide competenze. Inoltre, le StartUp giovanili richiedono maggiore accompagnamento e mentorship da parte di persone esperte. Tuttavia, dei segnali positivi sono costituiti dalla crescita di VC, di investitori stranieri e soprattutto da un recente focus sull’innovazione e sulla sostenibilità. Successivamente a questa disamina sulla situazione italiana in merito all’Ecosistema Innovazione, si intende scendere nel particolare del panorama abruzzese, riportando due esempi virtuosi, costituiti da BluHub e da Hubruzzo, analizzandone brevemente la mission e l’operato.

La funzione di Hubruzzo Fondazione Industria Responsabile è valorizzare il sistema imprenditoriale abruzzese, assumendo come principi cardine sostenibilità, umanesimo e responsabilità. L’intento della fondazione è raccontare il comparto industriale della regione attraverso gli imprenditori che hanno saputo leggere i territori utilizzando al meglio le loro vocazioni, e condividere buone pratiche di sviluppo locale e attrarre talenti. Per quanto concerne BluHub, invece, la mission consiste nel potenziare la competitività delle eccellenze imprenditoriali del Centro-Sud Italia attraverso l’innovazione sostenibile di prodotto, processo e servizio, fine che viene perseguito concentrandosi sul management, sul design e sull’ingegneria del deep-tech. Entrambe le realtà costituiscono un esempio lampante di innovazione con scopo che miri ad una crescita sostenibile. Hubruzzo si può considerare un esempio di innovazione sociale “aperta” (open social innovation), mentre Bluhub consiste in una iniziativa di innovazione aperta (open innovation), nella quale le eccellenze aziendali del territorio producono e restituiscono valore stimolando la crescita. In entrambi i casi è consentita una creazione di valore “dal basso” accompagnando una progettualità a scopo sociale nel caso di Hubruzzo, a scopo economico nel caso di Bluhub.

Si ritiene opportuno riprendere un’ulteriore spiegazione effettuata da Castellucci in sede di formazione. Castellucci ha illustrato due concetti giapponesi, il concetto di Iki-Gai, connesso all’identificare e dare uno scopo alla propria esistenza e traducibile in italiano con “ragione di vita”, “senso della vita” e simili, e il concetto di Ne-Mawashi, che significa mirare alla costruzione del consenso comune prima di prendere una decisione, focalizzandosi sull’apprendimento collaborativo, sulle discussioni tra i membri di un team, sondando e considerando ciascuna opinione. Approfondendo il concetto di Iki-Gai, si adduce spesso al cosiddetto diagramma dell’Iki-Gai, in cui vengono posti in relazione concetti chiave come passione e professione, missione e vocazione (vedi immagine 1). Per fare innovazione nella maniera delineata in questo articolo, i due concetti nipponici vanno affiancati all’Innovation mindset e ad una mentalità imprenditoriale. Questo messaggio è rivolto soprattutto ai giovani, poiché nell’ottica di Castellucci è importante avere una visione “imprenditoriale” della propria vita, da intendere nel senso di seguire le proprie passioni, farne un lavoro derivante dalla loro pratica in maniera eccellente, producendo valore per sé stessi e per gli altri, con la possibilità di vivere di ciò che si ama, ricevendo un compenso economico. Ciò si ricollega certamente alla necessità di prendere le proprie decisioni con il cuore e l’anima (cfr. pag. 3 dell’articolo), pur conservando un innovation mindset e e occupandosi di innovazione. Formidabile in questo discorso la citazione di Castellucci “Ciò che cercate sta cercando anche voi… se siete abbastanza fermi da permettergli di trovarvi!”, che richiama alla necessità di non reinventare o ispirarsi ad altri ma, al contrario, di muoversi verso nuovi orizzonti, procedendo con fermezza e costanza.



Ideogramma di Iki-Gai, traducibile ad esempio come “ragione di vita”.


È centrale tornare a ragionare sull’Intelligenza, ponendola accanto alla Consapevolezza. Se i computer posseggono certamente cospicua intelligenza, ciò che in quanto esseri umani ci distingue da questi dispositivi è, appunto, la consapevolezza. A differenza di quanto auspicato dai ricercatori nell’ambito dell’AI fin dagli anni Sessanta, i computer non possiedono la consapevolezza e non sono dotati di sensibilità, nonostante l’aumento esponenziale delle loro capacità computazionali nel corso dei decenni. La coscienza consente a noi come esseri umani di fare molto più che agire ciecamente in risposta ai segnali sensoriali, facoltà che in base alle nostre conoscenze attuali ci si sente di affermare che l’AI non avrà mai.

Per ricapitolare, l’intervento formativo di Castellucci ha raggiunto vari obiettivi, che saranno qui illustrati a conclusione dell’articolo. In primo luogo, è stato possibile compiere in sede di formazione un discorso sull’innovazione sostenibile, con particolare attenzione sulla situazione italiana e sull’Abruzzo (focalizzandosi sulle realtà Hubruzzo e Bluhub), fornendo ai partecipanti delle coordinate per orientarsi nel panorama della rivoluzione tecnologica e informatica in atto. Quindi sono state fornite le nozioni cardine e gli strumenti per innovare con senso, ponendo nel corso dell’intervento la necessità di una visione “imprenditoriale”, tenendo sempre conto, nel processo di innovazione sostenibile, di valori come la consapevolezza, la coscienza, la sensibilità, e prendendo le decisioni con l’anima e il cuore. I concetti e i valori espressi nella formazione di Castellucci, infatti, sono fondamentali per dei giovani e per chiunque abbia vocazione imprenditoriale e intenda seguire le proprie passioni e farne un lavoro, affiancando a tutto ciò la necessità di porsi in uno stato di apprendimento continuo, innovando con scopo e lavorando in gruppo nelle modalità sopra riportate, garantendo uno sviluppo sostenibile. Il lavoro di gruppo assume una rilevanza centrale nel discorso dell’innovazione e della vocazione imprenditoriale, ed illustrarne i vantaggi è stato uno degli obiettivi della formazione, adducendo al concetto di Ne-Mawashi, strettamente connesso all’altra terminologia nipponica analizzata, Iki-Gai (vedi sopra). Inoltre, è stato fondamentale riflettere, in sede di questa formazione, sull’importanza dell’Umanità nel percorso di industrializzazione e progresso, mettendo in luce come l’AI e i computer, per quanto efficienti nel fare calcoli e operazioni, non sono dotati, a differenza dell’essere umano di coscienza e sensibilità, che costituiscono dei valori imprescindibili, come si è visto, nel processo di innovazione e sviluppo. Ciò fa comprendere l’importanza dello studio e della conoscenza di materie umanistiche anche nel campo scientifico, tecnologico, informatico, in una prospettiva multidisciplinare e complementare che combini i due ambiti.


Immagine: diagramma dell’Iki-Gai.

Questi elementi che ci ha fornito Castellucci costituiscono degli strumenti necessari per perseguire una visione “imprenditoriale” nell’accezione delineata in questo articolo, coordinando intelligenza e anima, innovando con senso, perseguendo uno scopo. Nonostante l’enfasi del discorso di Castellucci sui giovani, gli strumenti forniti in sede di intervento sono utili a chiunque abbia una visione “imprenditoriale”, a chiunque sia dotato di innovation mindset (legata ad elementi culturali relativi alle convinzioni profonde e ai fattori valoriali di chi fa innovazione), in una prospettiva improntata sull’apprendimento continuo, life long, trasversale alle età. Il riscontro dell’intervento nei partecipanti è stato positivo, infatti all’incontro formativo è seguito un intenso dibattito sulle problematiche connesse all’innovazione, mettendo in luce punti di forza e debolezze in Italia in questo ambito, e in generale aprendo numerose finestre sulla contemporaneità, sulla metamorfosi del mondo e sulle sfide da affrontare. Tutto ciò ha portato ad un confronto produttivo tra i partecipanti Neo e Raimondo Castellucci, in una prospettiva di ascolto e apprendimento reciproci. Le ragazze e i ragazzi NEO hanno quindi appreso una serie di nozioni e ricavato degli insegnamenti in merito alla visione “imprenditoriale” e ad una innovazione con scopo, aspetti fondamentali per il completamento del progetto, ormai prossimo alla conclusione, e in genere per il proprio futuro, nella speranza di riuscire a combinare passione e professione, facendo della propria passione, praticata con eccellenza, un lavoro che assicuri sicurezza e sostegno economico.


Immagine della formazione a Castelvecchio Subequo (AQ)

 Bibliografia:

BECK U. (2000 [1986]), La società del rischio. Verso una seconda modernità, Roma, Carocci Editore [ed. or. 1986, Risikogesellschaft. Uf dem Weg in eine andere Moderne, Frankfurt a. M., Suhrkamp).

BECK. U. (2017 [2016]), La metamorfosi del mondo, Bari, Laterza Editore [ed. or. 1986,  Metamporhosis of the world. How Climate Change is Transforming Our concept of the World, Cambridge, Polity].

GARDNER H. (2009), Five minds for the future, Harvard, Harvard Business School Pr.

MAGNANI M. (2020), L’onda perfetta. Cavalcare il cambiamento senza esserne travolti, Roma, Luiss University Press.


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