Abitare come pratica di “cura”. Esperienze della Valle Subequana
Il 28 giugno, al termine delle due settimane di ricerca-azione a Secinaro, si è tenuto il primo incontro formativo del progetto NEO presso le sale del Comune.
L’incontro, intitolato Abitare come pratica di “cura”. Esperienze della Valle Subequana, dopo il saluto introduttivo della Sindaca Noemi Silveri, è stato guidato da Giulia Ferrante (Dottoranda del Gran Sasso Science Institute), con la partecipazione di Marialuisa Lina Santilli (Assistente Sociale), Paola Colucci (Psicologa) e Gianna Tolis (Presidente dell’Associazione Onlus La Diosa e Primaria del Reparto di Pediatria di Avezzano).
Come in molte aree rurali italiane, anche la Valle Subequana ha vissuto una migrazione stagionale principalmente maschile, trasformando profondamente le dinamiche sociali. Le donne che restavano svolgevano quindi un ruolo cruciale, occupandosi non solo della famiglia, ma dando un senso di continuità alle attività di sostentamento.
Tuttavia, la trasformazione socio-economica degli ultimi anni e la conseguente mancanza di servizi e reti strutturate ha portato alla deresponsabilizzazione collettiva della cura, diventando spesso responsabilità delle singole donne, considerate dalla società naturalmente portate per questo tipo di mansioni. La complessità del ruolo, sommato alle difficoltà di conciliazione con il mondo del lavoro, porta spesso le donne a vivere veri e propri rapporti di dipendenza economica e psicologica che possono trasformarsi in forme di violenza.
Di fronte a queste sfide opera l’Associazione La Diosa, nata a Sulmona, ma attiva anche negli spazi della Comunità Montana Sirentina tramite uno sportello bisettimanale di segretariato sociale, sostegno psicologico e accoglienza per donne vittime di violenza.
La volontà di aprire uno spazio in Valle Subequana non ha risposto solamente alla necessità di favorire una maggiore accessibilità, ma di far emergere una situazione problematica e di suscitarne una presa di coscienza e un dialogo.
L’incontro ha visto una buona partecipazione della popolazione secinarese, soprattutto maschile, che ha condiviso esperienze e opinioni attorno al tema e ha permesso anche di aprire una riflessione sul tema della violenza di genere sugli uomini, fenomeno che non ha attualmente una risposta all’interno dei servizi del centro antiviolenza, ma su cui si potrebbe incentivare una maggiore riflessione. Una forma di violenza forse meno percepita e sistematica per la minore incidenza numerica, ma che potrebbe essere letta come il risultato di una cultura patriarcale in cui tutto ciò che si discosta dalle caratteristiche definite come maschili (ad es. forza fisica, mancanza di emotività, virilità, sicurezza) venga associato alla debolezza e dunque possa subire discriminazione.
Articolo scritto da Valentina Giachetto-Rater, partecipante a NEO 2024